Per anni Marco Casagrande ha realizzato il Premio Internazionale Cinearti: la Chioma di Berenice, riconoscimento, rivolto ad acconciatori, truccatori e costumisti del cinema, con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, promosso da: Federacconciatori – CNA e COSMOPROF, la più importante e prestigiosa rassegna mondiale della bellezza.
Nel 2014 Marco Casagrande ha deciso di non realizzare più le famose “chiome”, per protesta contro l’impoverimento e l’imbarbarimento culturale di quest’epoca sempre più culturalmente grigia.
“Ciao Berenice quest’anno la testa di Berenice per il premio Cinearti non l’ho fatta io. Va bene che c’è la crisi ma una pur piccola dignità di orafo mi rimane. Abbiamo iniziato con la testa e la targhetta in argento. Tempi ricchi, la famosa chioma bionda di Berenice II era dorata con oro vero sulla scultura che producevo. C’era anche l’astuccio, bellissimo. Poi i tempi sono cambiati. Testa in bronzo e targhetta in argento. Mi sono ostinato a fare la testa con la chioma dorata, un bronzo è pur sempre una cosa nobile, nobilissima. Ho trattato la mia creatura come un gioiello, ancora oro sulla chioma di Berenice II. L’astuccio non c’era più, via ai fronzoli, pensiamo alla sostanza. Ma la chioma doveva brillare, altrimenti a che cosa si sarebbe dovuto ispirare Callimaco nella sua ode? Dopo alcuni anni di assenza riappare la premiazione di Cinearti. I soldi sono calati ancora, mi hanno chiesto di fare la testa in metallo ancora più vile. Le nostre strade si sono divise. Ciao Berenice, quest’anno non hai più la tua chioma dorata, non so di che cosa ti hanno fatto. Forse non c’è nemmeno il Tuo nome sulla targhetta, non l’ho vista. Almeno ti potevano anodizzare come un infisso ma forse era troppo costoso. Nella foto ti ho visto pallida, senza l’oro nei capelli. Un simulacro di quella che eri. Ti ho accarezzato, acconciato, abbellita per troppo tempo. Buona strada, buona fortuna. Ma ricordati che se tutto sfiorisce, come le rose, il mio amore no.